Due anni di rinvio per l’obbligo partita iva associazioni. Si va verso un confronto al Ministero dell’Economia.

Dl Fisco, Forum “Slittamento norma IVA non basta, serve incontro con Governo per definire materia fiscale Terzo settore”

“Chiediamo per gennaio un tavolo di confronto che veda il Forum Terzo Settore, il ministero dell’Economia e il ministero del Lavoro definire insieme tutta la materia fiscale per il mondo dell’associazionismo, a partire dal regime Iva, ma non solo“.

Il Governo fa marcia indietro. L’Obbligo Partita IVA per associazioni, annunciato anche da noi pochi giorni fa, è stato rinviato al 1 gennaio 2024.

Questa la richiesta avanzata oggi in una conferenza stampa da Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum nazionale Terzo Settore, alla luce del rinvio a gennaio 2024 della norma, originariamente contenuta nel decreto fiscale collegato alla legge di bilancio 2022, che avrebbe introdotto l’Iva obbligatoria anche per volontariato e associazioni che non svolgono attività commerciale.

Il Forum ha preso atto della decisione del rinvio, ma al tempo stesso evidenzia la necessità di uscire da una situazione di stallo della Riforma del Terzo settore per quanto riguarda proprio la parte fiscale, che si trascina ormai da più di tre anni, e chiede una scelta politica ancor prima che tecnica per dare un vero supporto agli Enti di Terzo settore.

“Nel nostro Paese – ha osservato Pallucchi – c’è una forbice tra la narrazione del ruolo del Terzo settore e del volontariato, che soprattutto in questo momento di crisi è riconosciuto da tutti, a cominciare naturalmente dal presidente della Repubblica Mattarella e dal presidente Draghi, e gli interventi punitivi, politicamente inaccettabili, che minacciano la vita e le attività di migliaia di piccole realtà sociali “.

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Il Forum, che invoca una maggiore attenzione e coerenza nell’attuazione del Pnrr per quanto riguarda il Terzo settore, in materia fiscale ribadisce la necessità di procedere speditamente nell’aggiornamento delle norme fiscali per gli enti che non svolgono attività commerciali rispettando lo spirito della Riforma.

Sono diversi i provvedimenti attesi in questa legge di bilancio e che rischiano di saltare; tra questi il finanziamento straordinario sui progetti sociali, in pratica una parziale restituzione di quanto non erogato in quattro anni di mancata attuazione della riforma e l’esclusione dall’Irap, ormai pagata solo dalle associazioni.

“Non possiamo accettare né che la solidarietà venga tassata – sostiene Pallucchi – né che gli Ets vivano ancora una situazione di incertezza dal punto di vista fiscale, tanto più ora che è iniziato il percorso di implementazione del nuovo Runts, il registro unico nazionale del Terzo settore“.