Una segnalazione recentemente arrivata alla nostra redazione riguarda una situazione concreta che molte famiglie italiane, legate al mondo dello sport dilettantistico, potrebbero trovarsi a vivere. Una donna ci ha scritto per raccontarci il caso della figlia, che nel corso del 2024 ha ricevuto un compenso di 4.900 euro per la sua attività in una Associazione Sportiva Dilettantistica (ASD). L’importo le è stato regolarmente corrisposto e inserito nella Certificazione Unica 2025, con la causale N3, specifica per redditi esenti da imposta.
La domanda posta dalla lettrice è semplice ma centrale: questi compensi influiscono sul calcolo del reddito familiare? È possibile, nel suo caso, considerare la figlia come a carico del marito, e quindi includerla nella dichiarazione dei redditi per beneficiare delle detrazioni sulle spese mediche?
Il caso concreto.
La normativa chiarisce bene il punto. Il riferimento è al Decreto Legislativo 36/2021, che ha riformato l’intero settore sportivo. Al comma 6 dell’articolo 36, viene esplicitamente indicato che i compensi percepiti da attività sportiva dilettantistica, entro il tetto massimo di 15.000 euro annui, non sono imponibili ai fini IRPEF. Di fatto, si tratta di somme esenti da tassazione, e quindi non entrano nel computo del reddito complessivo ai fini fiscali.
La risposta degli esperti
Alla luce di questa disposizione, se la persona in questione non riceve altri redditi imponibili, può essere considerata fiscalmente a carico del coniuge. Questo rientra nei parametri stabiliti dall’articolo 12 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), secondo cui un familiare è a carico se il suo reddito annuo complessivo non supera i 2.841,51 euro (o 4.000 euro nel caso di figli fino a 24 anni). In questo caso, i 4.900 euro incassati non ostacolano il riconoscimento di questa condizione, proprio perché non concorrono a formare reddito.
Grazie a questo riconoscimento, il marito può indicare la moglie come familiare a carico nella propria dichiarazione dei redditi (Modello 730/2025) e usufruire della detrazione del 19% sulle spese sanitarie sostenute per lei, purché superino la soglia di 129,11 euro. Tali spese andranno correttamente inserite nel rigo E1, colonna 2.
Per legge, un coniuge può essere considerato fiscalmente a carico se il suo reddito non supera i 2.841,51 euro annui (al lordo degli oneri deducibili). Tuttavia, poiché i compensi sportivi fino a 15.000 euro sono esclusi dal computo del reddito, non impediscono il riconoscimento dello status di “fiscalmente a carico”.
Effetti sul modello 730
Questo riconoscimento ha una conseguenza positiva: il coniuge può portare in detrazione le spese sanitarie sostenute per la moglie (che è fiscalmente a carico), compilando correttamente il frontespizio del Modello 730 e barrando la casella “coniuge a carico”. Le spese mediche vanno poi inserite nel rigo E1, colonna 2, includendo sia quelle sostenute per sé stesso che per la moglie.
La detrazione
La normativa prevede una detrazione del 19% sulle spese sanitarie, ma solo sulla parte che eccede i 129,11 euro. Questo vale per tutte le spese documentate (scontrini, fatture, ricevute mediche) sostenute nell’anno d’imposta di riferimento.
Obblighi delle ASD
Ricordiamo infine che anche se i compensi sportivi non sono imponibili, le Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) hanno l’obbligo di emettere la Certificazione Unica (CU) per ogni collaboratore, indicando correttamente la causale N3, che segnala il trattamento esente. Tale documento va consegnato entro il 16 marzo 2025 al lavoratore e trasmesso telematicamente all’Agenzia delle Entrate.
In sintesi
- I compensi sportivi fino a 15.000 euro non fanno reddito imponibile.
- Chi li percepisce può essere considerato fiscalmente a carico, se non ha altri redditi.
- Il coniuge può quindi detrarre le spese sanitarie sostenute per lui/lei nel 730.
- Le ASD devono comunque rilasciare la CU con causale N3.
Se sei un dirigente, tesoriere o collaboratore di una ASD, queste informazioni possono aiutarti a gestire al meglio le situazioni fiscali di atleti, soci e familiari. Per dubbi specifici, rivolgiti sempre a un commercialista esperto in fiscalità sportiva o a un CAF.
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