Il Ministero della Salute e il Ministero dello Sport hanno finalmente preso una posizione ufficiale circa l’obbligo di certificazione medica sportiva per minori dai 0 ai 6 anni.

È quanto stabilito dal Decreto n°176 del Ministero della Salute e dello Sport, firmato in data 28 febbraio 2018. La decisione è giunta solo dopo una lunga attesa durata tre anni, previa richiesta del personale sanitario e in particolare dei pediatri. Secondo questi ultimi risulterebbe particolarmente difficile se non impossibile formulare una valutazione omnicomprensiva, che tenga conto di tutti i rischi cui i bambini di quell’età potrebbero andare incontro.

Il documento comunica ufficialmente l’esenzione della certificazione medica e riguarda tutti i bambini in età prescolare che praticano attività fisica non agonistica. L’unica eccezione prevista nel decreto è rappresentata dai casi specifici indicati dal pediatra.

Se da un lato il decreto consente di fare luce sulla questione, dall’altro apre nuovi quesiti di cui ogni Associazione sportiva dovrebbe tenere conto. La domanda che ogni ASD dovrebbe porsi è la seguente: cosa accadrebbe se un bambino dovesse andare incontro a seri problemi di salute o in caso di decesso durante lo svolgimento di attività fisica? Molto probabilmente si aprirebbe un’indagine per omicidio colposo e fin qui tutto regolare. Il problema sorge nel momento in cui devono essere individuati i responsabili e i rischi che ogni ASD potrebbe correre.

In passato, infatti, vi era la possibilità di appellarsi a documenti ufficiali come il certificato di idoneità sportiva emesso dal pediatra. Oggi, con l’entrata in vigore del Decreto firmato dal Ministero della Salute e dello Sport, le ASD sono chiamate a rispondere a tali quesiti. Più precisamente dovrebbero essere in grado di pianificare delle misure in grado di tutelarsi per evitare di essere coinvolti in eventuali procedimenti legali.

Nell’esempio sopra riportato, in assenza di un certificato medico, il rappresentante legale dell’Associazione rientra tra i soggetti più a rischio di procedimento giuridico.

Tornando alle forme di tutela che le ASD potrebbero mettere in atto, oltre a far firmare una liberatoria ogni Associazione potrebbe integrare una fotocopia del documento contenuto nel decreto tra gli atti del collettivo. Una seconda misura potrebbe essere quella di stamparne una copia ed esporla in bacheca.

Certificazione medica per minori: fondamentale informare adeguatamente i soci

Tuttavia lasciare il contenuto del decreto in bella vista potrebbe non risultare sufficiente. Per fare in modo che tutti gli iscritti siano a conoscenza di quanto previsto dal documento, si potrebbe inviare una comunicazione tramite email.

Ogni ASD è chiamata a tutelare i suoi soci e la propria incolumità. Pertanto, ricordiamo che non tutte le Associazioni devono necessariamente seguire alla lettera quanto pubblicato nel decreto. In altri termini resta il fatto che ogni Presidente mantiene il diritto di richiedere ugualmente una certificazione medica sportiva, bypassando l’esenzione prevista. Poiché il Presidente riveste il ruolo di rappresentante legale dell’ASD, tale misura presenta il duplice scopo di ridurre rischi di natura legale e, allo stesso tempo, di tutelare la salute dei giovani iscritti.