Quantificare i costi, per chi dà vita a una nuova associazione, richiede di valutare il tipo di organizzazione e le attività che ci si propone di fare. Il costo principale può venire all’iscrizione all’Agenzia delle Entrate, ma la successiva attività può comportare specifici costi.

Quanto costa aprire un’associazione? Scopri come quantificare i costi e le spese di avvio di un’associazione.

Per aprire un’associazione, in linea teorica, non sono previsti costi. Occorrono il gruppo dei fondatori, l’atto costitutivo e lo statuto, che possono essere prodotti con risorse proprie. Tuttavia, per essere formalmente riconosciuti come organizzazione non profit, occorre seguire un preciso iter.

Associazione riconosciuta o non riconosciuta?

La maggior parte delle associazioni sono non riconosciute (ossia prive di personalità giuridica). In questo caso, l’unico costo è per la registrazione dell’atto costitutivo e dello statuto all’Agenzia delle Entrate.

Per la registrazione è prevista un’imposta di 200,00 euro, più il corso delle marche da bollo (16,00 euro ogni 4 pagine o 100 righe). Atto costitutivo e statuto vanno consegnati in duplice copia. Indicativamente, dunque, il costo complessivo si aggira intorno ai 300,00 euro.

Se un’associazione viene riconosciuta come Onlus o Organizzazione di Volontariato (con iscrizione al registro regionale), si vede esentata da questi costi.

Se si decide di ottenere la personalità giuridica, ossia l’autonomia tra l’associazione e le persone che lo compongono (anche in termini di responsabilità), il costo principale è l’onorario del notaio.

Questo costo è variabile e dipende anche dalle caratteristiche dell’associazione. Andranno poi aggiunti i costi di registrazione all’Agenzia delle Entrate.

Quali altre spese vanno previste quando si decide di aprire un’associazione?

Le altre spese dipendono dall’attività concreta che svolgerà l’associazione. Per quantificarle, occorre valutare i costi associati alle attività specifiche. Ecco alcuni esempi:

  • Se l’associazione ha bisogno di una sede fisica, dovrà prevedere i relativi costi, ad esempio per le utenze;
  • Se occorrono strumenti o automezzi particolari, vanno presi in considerazione tutti i costi relativi: ad es. un automezzo necessita non solo del carburante, ma anche delle manutenzioni periodiche e del pagamento del bollo (da cui sono esentate le associazioni che trasportano persone disabili o non autosufficienti);
  • Per alcune attività potrebbero essere necessari professionisti specifici: ad es. educatore, psicologo, ecc. Vanno dunque previsti i costi per i loro compensi e la burocrazia associata alla gestione di dipendenti o collaboratori retribuiti;
  • Nel caso l’attività dell’associazione fosse di complessa gestione, può essere necessario ricorrere a un commercialista;
  • Per raccogliere fondi è indispensabile fare promozione: ciò comporta costi ad es. per la realizzazione e stampa di materiale promozionale, per inserzioni sulla stampa, per il ricorso a professionisti;
  • Se l’associazione intende realizzare un evento pubblico, dovrà prendere in considerazione varie spese: ad es. il noleggio di spazi o attrezzature, eventuali tasse comunali, la Siae in caso di spettacoli.
  • Per trasferte o altri spostamenti, è possibile riconoscere ai volontari un rimborso spese (commisurato alle spese effettivamente sostenute).

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