Un nuovo correttivo è stato introdotto con l’intento di semplificare, ma ha suscitato dubbi tra volontari e lavoratori sportivi occasionali, soprattutto per quanto riguarda i rimborsi spese. Ecco un’analisi approfondita della normativa.

Scopri le ultime modifiche alla riforma dello sport e le loro implicazioni per volontari e lavoratori sportivi occasionali

Un ulteriore aggiustamento alla riforma dello sport mira a rendere più semplice la vita ai dipendenti pubblici che collaborano marginalmente con organizzazioni sportive dilettantistiche, ma introduce nuove regole che sollevano incertezze sia per i volontari che per i lavoratori sportivi autonomi occasionali.

Il decreto legge 31 maggio 2024, n. 71, pubblicato recentemente, presenta disposizioni urgenti per il settore sportivo. Essendo un decreto legge, il testo potrebbe subire modifiche durante il processo di conversione.

Dipendenti pubblici e collaborazioni sportive

La riforma consente ai dipendenti pubblici di collaborare con organizzazioni sportive dilettantistiche. Tuttavia, per le collaborazioni retribuite è necessaria l’autorizzazione dell’amministrazione di appartenenza. Nonostante i chiarimenti del dpcm del 10 novembre 2023, molte amministrazioni non hanno concesso tali autorizzazioni o le hanno concesse solo per attività occasionali. Il nuovo decreto prevede che i dipendenti pubblici che collaborano per meno di cinquemila euro non necessitino di autorizzazione, ma solo di una comunicazione preventiva. Inoltre, le organizzazioni sportive devono comunicare i compensi erogati entro trenta giorni dalla fine dell’anno di riferimento o alla cessazione del rapporto di lavoro.

Lavoro autonomo sportivo

Il decreto mette in dubbio la possibilità di collaborazioni sportive autonome occasionali, abrogando l’articolo 53, comma 2, lettera a) del testo unico delle imposte sui redditi, che qualificava tali collaborazioni come redditi di lavoro autonomo sportivo. Recenti circolari dell’Inps e documenti dell’Ispettorato del lavoro avevano confermato questa possibilità. L’esclusione della collaborazione autonoma occasionale sembra priva di una logica chiara, considerando che tale forma di lavoro può essere utile in varie situazioni sportive.

Nuove regole per i volontari sportivi

La norma più controversa riguarda il rimborso dei volontari sportivi, che ora non possono ricevere rimborsi forfettari ma solo rimborsi spese documentati. Il decreto legislativo 36/2021 aveva abrogato i rimborsi forfettari, consentendo solo il rimborso di spese di vitto, alloggio, viaggio e trasporto per attività fuori dal comune di residenza, con un limite di 150 euro mensili. Il nuovo decreto reintroduce i rimborsi forfettari fino a 400 euro mensili per attività durante manifestazioni ed eventi sportivi riconosciuti, ampliando la possibilità di rimborso oltre le sole spese di trasferta.

Gli enti sportivi devono comunicare i rimborsi forfettari sul registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche entro il mese successivo al trimestre di svolgimento delle prestazioni. I rimborsi non concorrono a formare il reddito del percipiente ma si sommano ai compensi da lavoro sportivo per il superamento dei limiti di cinquemila euro (per oneri contributivi e assistenziali) e quindicimila euro (per ritenute fiscali).

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