Il modulo A – Stato Patrimoniale è una componente fondamentale degli schemi di bilancio e rendiconto per Enti del Terzo Settore. Lo Stato Patrimoniale è un documento contabile che fornisce una panoramica della situazione finanziaria di un ente in un determinato momento, solitamente alla fine dell’esercizio.

Che cosa rappresenta il modulo A dei nuovi schemi di bilancio? Guida alla comprensione e alla compilazione.

Lo Stato Patrimoniale dei nuovi schemi di bilancio presenta una fotografia delle risorse (attività) che l’ente possiede e delle fonti di finanziamento di queste risorse, suddivise tra passività e patrimonio netto. In altre parole, mostra come l’ente ha utilizzato le risorse finanziarie a sua disposizione e come queste risorse sono state finanziate.

Cosa deve essere incluso nel modulo A dello stato Il Terzo Settore include entità che non appartengono né al settore pubblico né a quello privato, come associazioni, fondazioni e altre organizzazioni non profit. I nuovi schemi di bilancio e rendiconto per questi enti sono importanti per garantire trasparenza e responsabilità finanziaria. Per redigere questi schemi, è necessario includere diverse informazioni in ciascuno dei moduli (A, B, C e D).

Come leggere e cosa inserire nel modulo A relativo allo stato patrimoniale dell’ente previsto nei nuovi schemi di bilancio?

Il modulo A riguarda lo stato patrimoniale dell’ente e deve includere:

a) Attività: Le attività dell’ente sono suddivise in immobilizzazioni (materiali, immateriali e finanziarie), attività correnti (crediti, disponibilità liquide e altre attività) e attività finanziarie non immobilizzate. Gli elementi da considerare in questa sezione sono:

  • Immobilizzazioni materiali: Beni tangibili utilizzati nell’attività dell’ente, come terreni, edifici, macchinari, attrezzature e veicoli.
  • Immobilizzazioni immateriali: Beni intangibili, come brevetti, licenze, marchi e software.
  • Immobilizzazioni finanziarie: Investimenti a lungo termine in titoli, partecipazioni e altre attività finanziarie.
  • Attività correnti: Beni e diritti di breve durata, come crediti verso clienti, scorte di merci, disponibilità liquide (denaro contante e depositi bancari) e altre attività facilmente convertibili in denaro.
  • Attività finanziarie non immobilizzate: Investimenti finanziari a breve termine non classificati come immobilizzazioni.

b) Passività e patrimonio netto: Le passività sono suddivise in passività a medio-lungo termine (debiti finanziari, fondi per rischi e oneri) e passività a breve termine (debiti commerciali, imposte, debiti verso istituzioni di previdenza e altri debiti). Il patrimonio netto comprende il fondo comune, i fondi vincolati, le riserve e il risultato di gestione. Gli elementi da considerare in questa sezione sono:

  • Passività a medio-lungo termine: Debiti e obbligazioni finanziarie con scadenza superiore a un anno, nonché fondi per rischi e oneri futuri.
  • Passività a breve termine: Debiti e obbligazioni finanziarie con scadenza entro un anno, come debiti verso fornitori, imposte da pagare, debiti verso istituzioni di previdenza e altri debiti.
  • Fondo comune: Capitale iniziale dell’ente e/o eventuali aumenti di capitale.
  • Fondi vincolati: Risorse finanziarie destinate a scopi specifici, come fondi per progetti o programmi particolari.
  • Riserve: Accumuli di utili non distribuiti e destinati a coprire perdite future, investimenti o altre necessità dell’ente.
  • Risultato di gestione: Utile o perdita risultante dall’attività dell’ente durante l’esercizio, come riportato nel modulo B (Conto Economico).

Lo stato patrimoniale deve essere redatto in modo che l’equazione patrimoniale sia rispettata, ovvero Attività = Passività + Patrimonio netto.